Matteo Colombo porta finalmente in scena al Duse, dal 28 Novembre al 1 Dicembre, la versione italiana di Red, sceneggiato in origine da John Logan e acclamato su palcoscenici di tutto il mondo. Anche qui però, a giudicare dalla sonorità degli applausi, a fine serata, il pubblico appare notevolmente soddisfatto ed entusiasta.
Rosso racconta alcuni momenti cruciali della vita di uno degli artisti più di spicco dell’arte informale e contemporanea: l’ebreo Markus Rothkowitz, conosciuto ovunque come Mark Rotko. L’egocentrico pittore si ritrova a dipingere il più grande apparato di murali mai commissionato dai tempi della Cappella Sistina, questa volta però i quadri andranno esposti al Four Season, un modernissimo ristorante di lusso. L’uomo che si pensava ormai maturo e conoscitore di ogni arte, si troverà di fronte Ken, suo giovane allievo e, insegnandoli a guardare da essere umano, sarà costretto a riflettere su se stesso e sul suo intero progetto.
Un piccolo ma ben allestito palcoscenico fa da sfondo all’intera rappresentazione concentrandola tutta nel claustrofobico studio del pittore pazzo. Qui, per due anni, nonché per novanta minuti, i due si ritrovano a trascorre intere giornate di lavoro inframmezzate da duri scontri riguardo il mondo esterno. La musica classica avvolge Rotko e lo isola, i quadri si espandono e lo spettatore penetra nell’essenza di quel rosso. Rosso di vita che copre la morte, nera o bianca che sia.
La tensione sale e scende e il pubblico salta da scene pressoché tragiche a battute sottili e ben pensate che ironizzano, da una parte sulla poca conoscenza letteraria di Ken, dall’altra sull’individualismo di Rotko. Ken in seguito agli attacchi del maestro leggerà Nietzsche e la nascita della tragedia e proporrà la teoria del Dioniso- Apollo nel modello Pollok-Rotko rendendosi conto, alla fine, che per entrambi l’arte copriva le verità che inducono alla morte. La scena finale spazza poi via ogni dubbio per portare a respirare a pieni polmoni l’aria della coerenza.
Ferdinando Bruni interpreta egregiamente il protagonista trainando con sé il giovane Alejandro Bruni Ocana che dopo un primo iniziale momento di spaesamento, dovuto alla giovane età (solo 22 anni), prende piena conoscenza del palcoscenico divenendo coprotagonista.
Il pubblico grazie alla loro bravura rimane coinvolto, seppure il tema sia sicuramente di difficile rappresentazione e comprensione, e anzi torna a casa con un vortice di interrogativi multicolori: proprio quello che il teatro dovrebbe sempre fare!
Alunna della classe III A, Liceo Classico D'Oria, Genova
Recensione relativa allo spettacolo:
Rosso
Di John Logan
Produzione Teatro Elfo Puccini
28 Novembre 2013 / 1 Dicembre 2013 - Teatro Duse, Genova